Nervose Presenze di David Di Marco, già dal titolo si qualifica come un libro di sottile ricerca linguistica e ritmica. Le allitterazioni, gli accostamenti azzardati di ungarettiana memoria, partendo da andamenti di post-ermetismo affrontano il reale smitizzandolo e riqualificandolo, se così si può dire. E versi icastici vengono sciorinati con grazia infantile. David Di Marco ha attraversato con profitto le neoavanguardie, soprattutto il Gruppo '63 ed in particolar modo Edoardo Sanguineti e Nanni Balestrini. Andando invece a ritroso si avvertono echi, neppure troppo smorzati, del Dadaismo e del Futurismo. Ma sicuramente i suoi veri maestri sono Adriano Spatola e Patrizia Vicinelli che negli anni Settanta unirono parole e suono tirando fuori la teatralità. Le poesie di Nervose Presenze andrebbero infatti lette a voce alta, giocando sulle scivolosità e sulle asperità del dettato poetico. David Di Marco deve stupire e conquistare se stesso prima del lettore. Il suo è un rap che invece di esporre il quotidiano cita un atavico magico passato che forse la poesia può salvare.
pgg 64 - € 10,00