Il personal computer è ormai strumento indispensabile: aiuta nel lavoro, nello studio, distrae nel riposo, fa “viaggiare” da un capo all’altro del mondo… e grazie anche a tale strumento si fanno passi avanti in medicina. L’informatica ha quindi dato notevole impulso al progresso ma l’uomo sembra non essere in grado d’utilizzarla in modo adeguato. Dietro il terminale si può infatti nascondere chi cerca di soddisfare gli istinti peggiori, nelle chat-line s’insinuano individui capaci d’ogni nefandezza… E per chi naviga in rete i pericoli non sono pochi: hackers, crackers, cyberpedofìlia, prostituzione, sette sataniche, cyberterrorismo, traffico d’organi, cybersex. Ecco i nuovi scenari del crimine di cui l’autore, con l’aiuto di criminologi e psicologi, tenta comprendere devianze e morbosità che spingono un essere umano a sfruttare l’informatica in modo errato, a nascondersi dietro tale nuovo mezzo tecnologico del terzo millennio.
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