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ENZO NATTA

Sono un anarchico libertario, contrario a ogni forma di potere, proprio come mio nonno, il marinaio. Un vecchio lupo di mare che mi ha insegnato tanto e a cui mi sento molto affine. La paura, diceva, appartiene solo a chi ha la coscienza sporca… E ripensandoci non sono cambiato da allora, dal bambino che ascoltava incantato le avventurose storie del nonno e ne inventava a bizzeffe scarabocchiando sul foglio ancora prima di saper scrivere. Sono quindi rimasto un Peter Pan, estroso, capriccioso, contraddittorio e stravagante ma non me ne preoccupo, sono convinto che la bizzarria rende la vita migliore. Sognavo di fare l’esploratore e mi arrabbiavo quando mi si diceva che non v’era più niente da scoprire. Non mi sono però arreso e nella vita ho viaggiato tanto, visitando un sacco di posti sia per lavoro, che per diporto, spirito d’avventura… Peregrinare che si è purtroppo con gli anni acquietato e non spostandomi più come una volta, sono forse meno inquieto o più soddisfatto della situazione contingente. Ciò non significa che non partirei per una nuova avventura... Con la moto e la canadese andrei anche in capo al mondo ma difettano i compagni di viaggio, ecco la discriminante. La propensione al viaggio deriva forse dalle mie origini liguri. Sono infatti nato sulla riviera di Ponente e cresciuto a Genova, città portuale e di grandi viaggiatori. Nel 1960 ho lasciato la Liguria diretto al Sud, in fuga verso climi caldi, libertà, esperienze nuove, ma mi sono fermato a metà strada stabilendomi a Roma. Scrivere è il mio pane quotidiano, il mio modo di essere, vivere, esprimermi. Ho sempre fatto il giornalista e mi sento un narratore autonomo dallo stile personale. Certo, non posso escludere l’influenza dei grandi maestri della letteratura, i francesi soprattutto… Gustave Flaubert, Guy de Maupassant, Henri-Marie Beyle Stendhal, Honoré de Balzac… Da piccolo amavo invece Emilio Salgari, non a caso capitano di marina mercantile e autore di grandi avventure esotiche. Scrivo dove capita, non ho metodi, abitudini, riti, tic o manie ossessive. Vivo la scrittura come un gioco, penso anzi che la vita stessa è un grande tavolo da gioco zeppo di eventi, sorprese e meraviglie non per forza divertenti o stupende. I greci parlavano di thaumazein, trauma e stupore, esperienza positiva o negativa che incanta e trascina con la propria potenza. E giocando con la vita ho scoperto molti strumenti di svago, veicoli di espressione. Sin da ragazzo amo la moto e la bici. Oddio, in realtà ho così tante passioni che sarebbe impossibile enumerarle. Rispetto e temo l’amore in quanto mistero. In genere vengo affascinato dalla personalità, caratteristica che tengo in grande considerazione, elemento determinante di ogni incontro e rapporto. Nella personalità si trova anche ciò che altrove scarseggia… Non ho mai avuto animali ma se possedessi tre o quattro ettari in piena Maremma farei come l’Uomo Mascherato di Lee Falk, che in veste di accompagnatori gira con Eroe, un cavallo e Diavolo, un pastore tedesco. Rispetto la fauna ma non sono un animalista, tantomeno un carnivoro col senso di colpa. Tranne le corna e gli zoccoli, di un bovino mangio tutto. Adoro la notte, tempo ideale per dormire e per sognare in quella straordinaria sala cinematografica che è l’inconscio…

 
     
     
 
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