MICHELE NIGRETTI
Potendo rinascere animale mi piacerebbe vivere da gambero. Sì, per camminare all’indietro, andare sempre controcorrente. Un crostaceo eccezionale, un guerriero in continua lotta per la sopravvivenza e l’adattamento… L’armatura splendente lo difende dai predatori, le formidabili chele sanno scavare, afferrare, aggrapparsi, tagliare e offendere… Per individuare pericoli e vittime impiega speciali antenne adatte a captare ogni minima vibrazione dentro e fuori dall’acqua. Decapode che mi è simpatico anche per la predisposizione all’ordine, al lavoro indefesso. L’orconectes limosus è una specie particolare di gambero d’acqua dolce che viene introdotta in stagni, fiumi e laghi per pulire il fondo, razionalizzare la flora acquatica, eliminare qualsiasi organismo fastidioso o dannoso. Anch’io amo l’ordine, la precisione. Secondo alcuni risulto persino puntiglioso. L’unica differenza tra me e il gamberetto è che lui predilige le alghe, io gli spaghetti alla bolognese… Magari sono sul serio dotato d’invisibili antenne che mi tengono all’erta, pronto a intervenire e riflettere su ciò che capita. Nella vita prediligo infatti la ricerca di senso e lo studio di strategie di crescita, sviluppo. Durante gli studi universitari ho approfondito le scienze strategiche, materia di cui mi sono innamorato e che ha cambiato la mia vita. L’esistenza è una partita a scacchi, un lavoro duro, complicato, che non permette distrazioni. Ci si deve dunque applicare, mantenere vivo l’interesse, il controllo. Concentrazione non comunque intesa come mero calcolo od opportunismo. Certo, esistono affetti, sentimenti e moti di solidarietà che spingono a occuparsi degli altri, ad accantonare il proprio fine. Deviazioni dannatamente giuste e necessarie ma talvolta controproducenti… Ho capito ormai che la felicità è un fatto puramente personale, va estorta a se stessi, conquistata, costruita. Tutto il resto è un lusso o una miseria dell’anima, dipende dai casi. Ho sempre dato importanza all’aspetto empirico del reale. Badare al sodo, ecco il mio stile nella quotidianità e nella scrittura. È necessario comprendere e interpretare le situazioni dal contesto in cui si è gettati. Un ideale senza prassi non ha valore. Nei saggi cerco dunque di associare la teoria alla pratica attraverso esperienze lavorative, approcci empirici, conoscenze acquisite sul campo. Sono ispettore di Polizia Penitenziaria, e il lavoro che svolgo è ciò che sognavo da bambino. Credo abbia a che fare col mio carattere diligente, riflessivo, determinato. Già ai tempi della scuola ero un ragazzino preciso ma incompreso. Pochi i rimproveri da parte degli adulti, tanta invece la solitudine… Temevo l’abbandono e l’isolamento ma con gli anni ho superato le angosce infantili cercando di armonizzare forza di volontà e gentilezza, timidezza e apertura al confronto. Fondamentali per la crescita interiore e morale sono stati sport e viaggi. Tra gli hobby del passato ricordo scuola di ballo, body building e judo. Col tempo gli interessi si sono però slegati dalla sfera fisica e oggi sono più appassionato di cinema e lettura. Sono nato a Foggia e cresciuto tra Martina Franca, in provincia di Taranto, San Ferdinando di Puglia, in provincia di Foggia, e Bari dove mio padre venne trasferito quale funzionario RAI. Da adulto ho vissuto a Roma poi a Busto Arsizio quindi di nuovo a Bari dove tuttora vivo e lavoro. Come turista ho visitato Corsica, Olanda, Svizzera, Germania, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Tunisia, Venezuela, California… E da un po’ sogno New York, metropoli affascinante dove poter assaporare la vita frenetica del centro del mondo, l’immensa libertà culturale, una differente caratura morale contraddistinta da rispetto per le leggi e il bene comune. La cultura americana ha qualcosa di pervasivo, riesce a toccare corde ataviche legate ad avventura, libertà e immaginazione. Non a caso tra i miei scrittori preferiti c’è Bruce Sterling, autore statunitense di fantascienza e cyberpunk. Naturalmente gli argomenti dei miei saggi hanno poco a che fare con la fantascienza, sono concentrato per lo più su temi di criminologia, sociologia e politologia, ma reputo la fantasia una componente essenziale della scrittura. Lavoro su fatti concreti eppure scrivere mi aiuta a fuggire dalla realtà, è il mio momento di libertà… Anche se tutto nasce da esercizio e continuità, la passione è fondamentale. Scrivendo faccio esercizio, miglioro, affino le capacità, di conseguenza mi diverto e cresce il trasporto che mi lega a questo meraviglioso mestiere. È un circolo virtuoso animato da differenti ispirazioni. Occorre talento, la capacità di far emozionare, di catturare chi legge. Ci sono autori con forza narrativa talmente sviluppata o splendente da rendere naturale tutto ciò che scrivono, proprio come uno starnuto, una risata. Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry, ad esempio, è una favola per tutti che dà grandissimi insegnamenti. Un testo che si può leggere a qualsiasi età senza margini di delusione. Sono convinto che al mondo non servano soltanto informazioni. È il pensiero critico a essere indispensabile, la capacità sintetica o illuminante di creare nuove suggestioni. Come l’amore… una dolcezza che sa essere amara. Una musica meravigliosa che può trasformarsi in rumore bianco. Il sentimento che fa ridere, gioire, toccare il cielo con un dito ma anche piangere, soffrire… È il ciclo della vita che pone le radici su esseri che si scelgono intrecciando le loro anime come alberi eterni.