LIBRI    AUTORI   DIARIO DI BORDO   CATALOGO   EDITORE   COLLANE   DISTRIBUZIONE   PRESS
     
 

NOA BONETTI

La mia vita? È stata dura, un’eterna salita…, mai mi sono concessa pause, rimpianti. Ci sono stati di certo dei momenti di sconforto ma non mi sono arresa, ho stretto i denti e ho lottato per realizzare i miei sogni senza cedere a compromessi, mantenendo eternamente fede all’ideale di dignità e allo spirito indipendente che mi caratterizzano. Mai ho chiesto o accettato aiuti esterni, ho fatto tutto da sola, a modo mio, e se ho sbagliato pazienza! Ho vissuto l’esistenza che mi è stata concessa accettandomi per quella che sono, senza complessi o presunzioni. Ho molto amato e imparato aprendomi a quanto il mondo può offrire sotto forma di conoscenza, sentimenti, esperienza. Comunque... sono e mi sento tuttora lombarda, milanese purosangue. Anni addietro nella famiglia Provasio-Bonetti usava partorire tra le mura domestiche e sono infatti nata in una grande casa con un giardino zeppo di fiori, piante, alberi, a San Giorgio sul Legnano, un piccolo paese a qualche chilometro da Milano. Ho speso gli anni di studio nella capitale dell’industria infine, sedotta dal richiamo della vita, sono fuggita all’estero. Con alibi di approfondire l’inglese ho lasciato casa appena diciottenne e ho girato in lungo e in largo assaporando esperienze sempre nuove persino in Alaska. Da tanti anni vivo a Roma, dove sono finita per caso impegnata alle Ricerche Atomiche Nucleari al Sincrotrone di Frascati. Così è nata la mia lunga storia d’amore con la Città Eterna. Non ho più tempo e forse voglia per i viaggi. L’ultima grande trasferta è stata in India con mia sorella Romana. Avevo in realtà accettato di partire pensando di poter sondare il mercato editoriale di quel luogo alla ricerca di qualche buon scrittore da introdurre in Italia ma ho purtroppo scoperto appena prima della partenza che l’India aveva già accettato una partnership col Salone del Libro di Torino e i migliori autori erano volati qui in Penisola. Ecco dunque, mio malgrado, trasformare quanto doveva essere un viaggio di cultura e affari in soggiorno di piacere. Ambirei tanto tornare a San Giorgio, al mio paese natale, e riascoltare il dialetto degli abitanti. Una lingua dolce, musicale, ricca di modi di dire originali ed eccezionali paradossi linguistici. Sono nata sotto il segno della Bilancia, ascendente Gemelli. Non credo nell’oroscopo dei giornaletti, nella costruzione ad hoc che solletica speranze e debolezze dell’essere umano con risposte generiche e formalmente applicabili a ogni situazione. Nutro però profondo rispetto nei confronti della scienza astrologica che studia le combinazioni astrali in riferimento alla data di nascita. La probabilistica dell’astrologia è un ottimo strumento d’indagine della personalità, una materia che mette insieme simbologia, olismo e medicina psicosomatica… È del resto da sempre che i contadini gestiscono la coltivazione assecondando una consuetudine dedotta dall’osservazione degli astri. Un fiore nato in settembre è diverso da un germoglio di febbraio e allo stesso modo gli uomini differiscono a seconda del giorno e del luogo in cui nascono. Mi rispecchio quindi nelle caratteristiche generali del mio segno fatta eccezione per la diplomazia, la cautela… Non posso certo definirmi diplomatica, io! Forse l’indole di partenza è stata modificata dall’educazione e dalle esperienze di vita. Il rapporto conflittuale che ho vissuto nei confronti di mia madre ha esasperato il carattere ribelle portandomi a sviluppare una certa durezza d’animo che fa a botte con la tipica delicatezza della Bilancia. Mi sento comunque incline alla sensibilità emotiva, artistica e sentimentale del segno. Da bambina ero curiosa, supervivace, combinavo mille guai ed ero spesso vittima d’incidenti da cui sono però sempre uscita indenne o con piccole ferite subito rimarginate. Venni per esempio trascinata da un treno, sono finita sotto un autobus e persino sotto il rimorchio di un camion con l’auto, mi sono gettata dal terzo piano con un ombrello impiegato come prototipo amatoriale di paracadute. Sono quasi annegata in una botte che conteneva sardine a bagno… E oggi interpreto l’infanzia, il mio passato irrequieto e dispettoso come naturale reazione alla severità di mamma, rigida ed esigente, più propensa al rimprovero che alle carezze. Uscita di casa mi sono infatti trasformata. L’inquietudine si è convertita in tranquillità e i mal di testa cronici che mi affliggevano quale sintomo di stress emotivo sono magicamente scomparsi. A scuola ero brava, recettiva, nonostante finissi eternamente in castigo. Un’esperienza che ricordo con gratitudine, visto che la maestra Rosaria Lapegna Spadaro mi obbligava a ricopiare biografie storiche di grandi personaggi automaticamente imparati a memoria, tante furono le punizioni da scontare... “Napoleone Bonaparte nacque Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769 da Carlo Bonaparte e Letizia Romolino. Morì a Longwood, nell'isola di Sant’Elena, il 5 maggio 1821...” L’amore per la cultura, la letteratura e le arti mi è stato appunto in parte trasmesso dall’insegnante, che già in quarta elementare mi ha fatto appassionare all’Iliade e all’Odissea, e dalla nonna materna Rosa, instancabile lettrice e fenomenale pozzo di conoscenze. Sempre a nonna debbo l’educazione sentimentale, lo stimolo alla bontà, ai valori familiari, agli affetti. A mamma devo invece l’educazione formale, l’interiorizzazione di massime importanti per il rispetto civile e convenzionale del vivere. Assomiglio sia esteriormente che caratterialmente a mio padre ma riconosco l’influsso morale e pedagogico di mamma che mi ha profondamente segnata e seguita ad accompagnarmi come monito di rettitudine e serietà. Sin da piccola sognavo di fare la giornalista. Ed era con nonna Rosa che passavo interi pomeriggi al cinema a guardare film americani. Mi affascinava il personaggio del reporter, una figura romantica, misteriosa, che mai mancava nelle pellicole. E nonostante alcune deviazioni provvisorie il destino mi ha alla fine condotto a realizzare il sogno lavorativo. Anche se da qualche anno mi dedico esclusivamente all’editoria mi sento infatti ancora giornalista. In passato ho praticato ogni sport immaginabile, sia a livello agonistico che amatoriale. Ero piuttosto brava col tennis, l’atletica leggera e neanche me la cavavo male con gli sci. A casa m’inventavo giochi creativi progettando giocattoli, mobiletti, modelli per le bambole… Dipingevo, improvvisavo tecniche avanguardistiche di collage da Pop-art. Non stavo un attimo ferma! Oggi non ho la stessa passione per gli hobby del passato, mi dedico soprattutto al lavoro. Ho speso tutto in libri ma credo sia riduttivo chiamare la lettura un passatempo. Sarebbe più corretto definirla un’esigenza, una disposizione naturale dell’essere. Ho un debole per gli animali e non sopporto chi non li ama. Da bimba adottavo pulcini, cuccioli, di tutto e di più, raccattandoli in strada e ogni volta venivo rimproverata. In passato ho vissuto con tre cani, amici indimenticati di giochi estivi e di vita casalinga. C’è stato Naka, un boxer, Stellina, uno splendido bastardino e Achille, un levriero… Nella casa di Roma accoglievo un tempo in terrazzo gli animali più assurdi, tra cui una capretta che faceva impazzire il vicinato, e ospito da sempre una coppia di gatti. Oggi condivido le giornate con Siso e Sosi, due gattini-mascotte che si aggirano dolcemente per la casa editrice IRIS4 tenendo buona compagnia anche ai collaboratori, sovraintendendo alla buona riuscita dei libri. Quando sono molto felice o arrabbiata scrivo poesie, sfoghi in metrica… bastano pochi versi per esprimere ciò che richiederebbe capitoli e capitoli di argomentazioni. Sono però esercizi personali che distruggo il giorno dopo, quando l’impulso creativo è ormai esaurito. Essendo curiosa ho sempre amato il giornalismo, mi piace comunicare, adoro il ticchettio della Olivetti 35 con cui ho sempre scritto e scrivo. I libri sono venuti dopo e per il novantanove percento sono comunque testi giornalistici. Alberto Moravia e Alberto Bevilacqua hanno insistito per anni cercando di convincermi a scrivere romanzi ma sono per natura votata ai libri di ricerca, inchieste che mi permettono d’imparare scrivendo. La realtà è senza dubbio più interessante della fantasia e se c’è qualcosa che mi colpisce amo trasmetterla agli altri. Non ho mai scritto per velleità di successo o per guadagnare. M’interessa informare, consegnare al lettore contenuti istruttivi, rilevanti. Ho speso buona parte del vivere a leggere trattati di psicologia, sociologia, storia, analisi politica. In campo letterario ho a lungo ammirato la prosa di Cesare Pavese che, ammetto, per anni mi influenzò nello stile. L’unico libro mai letto è stato La Storia di Vittorio Bottego, avuto in premio da ragazzina in veste di alunna più brava d’Italia. Penso tratti la biografia di un esploratore italiano in Africa ma non posso, ovvio, essere certa. Già in passato ho avuto la fortuna di vivere a stretto contatto con grandi autori. A Parigi frequentavo ad esempio Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre, due ottimi amici sia a livello umano che letterario, Colette, Claude Brulé, lo sceneggiatore de Les Liasons Dangereuses. Ma anche l’esistenzialista Juliette Greco. Furono anni di immenso fervore culturale, speranze, importanti ideali, umanità, altruismo e sincera ricerca di emancipazione. Ricordo con un pizzico di amarezza la stagione del ’68, quando tutto era possibile e le categorie più deboli della società parevano aver raggiunto coscienza e potere. Una vera e propria fucina di grandi ideali per la maggior parte, ahimè, disattesi… In Italia è sempre andata così, i progetti nascono e si sviluppano con estro, slancio, passione, poi si smorzano come un nulla di fatto… Non mi rammarico, ho partecipato con eccitazione al movimento occupandomi della Controbiennale di Venezia messa a punto a Moltepulciano. Marciato in Cecoslovacchia tra i carri armati e preso parte al noto evento dell’Isola di Whigt… Mi è stato chiesto di entrare in politica ma mai ho accettato, preferisco restare fedele alle mie posizioni ideologiche priva di paraocchi. Vivo in prima persona i cattivi effetti del malgoverno sulle questioni culturali e mi accorgo che non vi è per nulla interesse da parte delle istituzioni, che i giochi di comodo e di potere seguitano a reggere le sorti del Paese. Trovo assurdo e sbilanciato il sistema delle sovvenzioni pubbliche alla cultura, non scorgo serietà, rispetto per l’arte, per la qualità. Siamo passati dalla protesta alla stagnazione senza che nulla sia davvero cambiato. Sono comunque felice di quanto ho potuto sperimentare, di chi ho incrociato e delle storie vissute in prima persona. Fantasticando mi piacerebbe vivere all’epoca dei ruggenti anni Venti, un periodo molto femminile, eroico, di stile brillante. Adoro il charleston, la moda e le tendenze che trovarono sviluppo in quel periodo di rinnovata fiducia nelle possibilità dell’essere umano. Il destino ha voluto però diversamente… Poco male! Se tornassi indietro, sono certa, farei comunque tutto allo stesso modo. Sto bene con me stessa tra pensieri, libri e progetti nuovi. Sono sempre riuscita ad anticipare i tempi, a capire la realtà nei mutamenti, preventivando le cose peggiori e giocando con la fortuna. Sono un’istintiva, forse un po’ sensitiva, ma per raccontare la mia vita esoterica occorrerebbe una seconda biografia…

 
     
     
 
nelle migliori librerie oppure telefona o scrivi qui:     info@iris4edizioni.com